La Pattuglia Acrobatica Nazionale sarà presente oggi a Genova per l’inaugurazione del nuovo ponte che sostituisce il viadotto “Morandi”, crollato il 14 agosto 2018.
La cerimonia in programma alle 18.30. Prima, il Capo dello Stato incontrerà i parenti delle 43 vittime del crollo del Morandi, avvenuto il 14 agosto di due anni fa.
Comandante Farina, l’ultima volta che avete volato su Genova il ponte non era ancora finito, oggi sì: che effetto le fa?
«È la seconda volta in poco tempo che abbiamo l’occasione e il privilegio di volare su Genova e le emozioni sono diverse: la prima volta abbiamo sorvolato i cieli di tutta Italia per dare un segnale di speranza a tutto il paese. Anche domani (oggi per chi legge) questo nuovo sorvolo ha uno scopo simile: celebrare un segno di rinascita per la città di Genova che a tempo di record ha realizzato un’impresa di alta ingegneria. Vorremmo che il nostro volo fosse un simbolo di rinascita anche per tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia. Noi porteremo la nostra specialità: stendere in cielo il tricolore più lungo del mondo».
Si dice che disegnerete in volo anche la bandiera di San Giorgio, la croce rossa su sfondo bianco. È vero?
«Non esiste una manovra che disegni la croce di San Giorgio ma è pur vero che i passaggi ortogonali previsti dopo la prima formazione, nella fantasia, se vogliamo, possono rimandare alla bandiera di Genova».
Torniamo al ponte: non c’era il 26 maggio e oggi invece c’è. Quando siete in volo, però, riuscite a vedere quello che c’è sotto o siete troppo concentrati nelle manovre?
«Di sicuro si deve vedere quello che si sorvola: certo, è il capo formazione a guardare di più mentre per i gregari, effettivamente, l’orizzonte è quello del velivolo che hai di fronte. Io domani sarò a terra, cioè sul ponte, per dare le indicazioni al capo formazione, è quello che fanno i comandanti. Ma ho volato sul ponte di Renzo Piano ed è veramente un’opera bellissima: un orgoglio non solo per Genova ma per l’Italia che si è dimostrata capace di un’opera di eccellenza».
E, dicevamo, quando siete venuti a Genova a maggio il ponte non era ancora finito: che effetto vi ha fatto vederlo ultimato?
«Il crollo ha colpito tutto il mondo, anche noi, vedere un’opera come il ponte Morandi cadere come fosse di carta è una cosa che non si dimentica. Ora, invece, è bello vedere le due parti della città di nuovo collegati, anche i ragazzi che voleranno sono emozionati di volare qui a Genova. Per noi che portiamo il tricolore in cielo, l’immagine più bella è quella del ponte di notte, illuminato con i nostri stessi colori».
Intervista da ilsecoloxix.it